Scrivere è unazione a cui ci hanno abituato a fare da piccoli in ambito scolastico, ma da adulti non viene praticata quasi mai, salvo talune eccezioni dovute a motivi lavorativi e quasi esclusivamente per comunicare.
In realtà penso che scrivere sia una pratica da recuperare non tanto per comunicare, in quanto come direbbero molti sociologi da strapazzo oggi si comunica poco poiché il ritmo della vita è talmente veloce da ridurre al minimo le relazioni, comprese quelle scritte, interpersonali, ma perché ci fa riacquisire il nostro mondo interiore in maniera piu consapevole: desideri, aspirazioni, frustrazioni, zone dombra.
In questo senso scrivere, anche saltuariamente, ciò che pensiamo su un determinato argomento a cui teniamo o su una situazione significativa, positiva o negativa, della nostra vita potrebbe essere anche una terapia, da intendersi come una pratica di benessere, forse anche piu efficace di molte altre, perché, come già suggeriva Svevo ne La Coscienza di Zeno, ci permette di tirare fuori in maniera organica e senza molte elaborazioni le nostre sensazioni su avvenimenti critici della nostra vita.
A questo punto le domande piu banali, in senso di linearità di ragionamento, sono ma per chi scrivo, chi legge queste cose e perché potrebbe piacermi scrivere?
Partiamo dallultima: io faccio qualcosa perché voglio essere piu felice, ecco perché per esempio mi compro una macchina nuova o perché mi metto a scrivere ciò che penso, che voglio.
Se scrivere ciò che mi passa per la mente non mi rende piu felice non scrivo, così come non compro unauto nuova se questa non mi aggiunge niente in termini di felicità.
Per chi scrivo? Per me, d'altronde sono io che voglio essere piu felice e la felicità non la devo comunicare al mio vicino di casa, come spesso invece si cerca di fare secondo la logica della competizione e della rivalità acuite nella cultura moderna, ma è per me e quindi poi di riflesso si manifesta anche nel rapporto fra me e le persone a cui voglio bene.
Chi legge queste cose? Io, ogni qualvolta voglio ripercorrere i pensieri, le sensazioni che ho registrato precedentemente e che sono testimonianza di un mio flusso di pensieri, o flusso di coscienza se preferisci, peculiare di un determinato momento passato, che è irripetibile e di cui ho voluto lasciare testimonianza.
Unultima domanda un po piu perversa che si potrebbero porre i piu sospettosi è: perché scrivo qualcosa che è solo nella mia mente costruendomi delle mie convinzioni e proiezioni sugli avvenimenti che accadono?
Poiché la Verità non è conosciuta da nessun essere umano, ognuno di noi guarda e filtra la realtà secondo la propria prospettiva e quindi la realtà è dentro noi stessi e non al di fuori, in quanto è così come la percepiamo.