L’influenza di Freud sull’opera di Svevo


Freud influì molto sulla letteratura e soprattutto sul romanzo del novecento.
Esempio significativo è La Coscienza di Zeno di Svevo, che, su consiglio del suo psicanalista, scrive un diario in cui rievoca i momenti salienti della sua vita. Anche se poi Svevo non dimostrò fiducia nella psicanalisi, come metodo di cura, la riteneva comunque un utile strumento di conoscenza ed un metodo indispensabile per una nuova poetica.
I temi fondamentali del romanzo di Svevo sono proprio la scoperta dell’inconscio e l’analisi psicologica dei personaggi. Significativi a riguardo sono alcuni episodi della “Coscienza di Zeno”, come per esempio, lo scambio inconscio del funerale, per non assistere in realtà al funerale di chi diceva di essergli amico. In questi racconti infatti, proprio attraverso delle dimenticanze o attraverso dei lapsus freudiani, emerge la verità dell’animo del protagonista, nascosta però alla sua coscienza.
Il tentativo di far affiorare a livello della coscienza la parte inconscia sposta nel romanzo di Svevo il tema della narrazione dall’esterno all’interno del soggetto, di cui vengono messi a fuoco soprattutto la solitudine, l’angoscia esistenziale, l’inettitudine ed il senso di smarrimento nei confronti di una realtà, che non riesce a capire. La narrazione procede non secondo un ordine cronologico, ma secondo una descrizione dei fatti, così come si presentano alla coscienza del protagonista.
Il desiderio di scavare nel profondo dell’anima del personaggio e la tecnica di far affiorare il flusso dei pensieri e delle emozioni rispetto alla trama, in contrasto quindi con il romanzo tradizionale, appaiono già nei primi romanzi di Svevo, a partire da “Una vita”. Del protagonista Alfonso vengono analizzate le incertezze, la sua nevrosi e la sua inettitudine. Anche nell’altro romanzo “Senilità” Svevo procede con la stessa tecnica ed analizza il tema della senilità, che viene considerata non come condizione cronologica, ma come uno stato psicologico. Attraverso un processo di autoanalisi arriva infatti alla conclusione che la condizione di senilità altro non è che l’inettitudine del protagonista. Come Alfonso, il protagonista di Una Vita, anche Emilio non è in grado di affrontare la vita, per cui cerca di autoingannarsi, per giustificare i suoi fallimenti, ricorrendo a degli espedienti psicologici, che Svevo cerca di spiegare. Tutti i suoi personaggi sono accomunati dallo sforzo continuo di sottoporsi ad un’indagine interiore, senza però avere la capacità di inserirsi attivamente nella realtà che li circonda.




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