Freud e l’inconscio




passato, Freud, psicologia


Alla fine del 1800 - inizio 1900 viene meno la fiducia nella ragione positivista e vengono esplorati altri campi di interpretazione della realtà. L’indagine si rivolge all’uomo, come sinesi di parte razionale ed irrazionale.
In questo nuovo clima culturale si inquadra il pensiero di Freud , che ha avuto soprattutto il grande merito di indagare sull’inconscio e di giungere ad una sua definizione.
Con il termine di inconscio Freud indica la parte psichica relativa a pensieri, istinti, modelli comportamentali, che condizionano il nostro agire, ma di cui noi non siamo consapevoli, per cui non siamo in grado di controllarli razionalmente.
Dell’inconscio fa parte tutto ciò che noi abbiamo rimosso, con tutte le cariche pulsionali, positive o negative. Naturalmente se il rimosso è destinato ad essere confinato nell’inconscio, è necessario chiarire, come dice Freud, “ che il rimosso non esaurisce tutta la sfera dell'inconscio.”
I contenuti inconsci possono riaffiorare in vari modi: o sotto forme simboliche nei sogni, o come lapsus, distrazioni o mancanze. Per Freud è molto importante individuarli, per portarli a livello conscio, per capirli e per cercare una soluzione, magari attraverso una loro soddisfazione, in modo tale da poter liberarsi delle nevrosi ed anche evitare l’insorgere di altre malattie mentali.




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